Aerei autonomi, Metaverso, digital skill e ...
Le notizie digital che probabilmente vi sono sfuggite questa settimana
Sul Metaverso la moda fa sul serio
Se non siete convinti che il Metaverso diventerà una realtà per la moda, perché la Metaverse Fashion Week è stata comunque un successo, forse dovreste fare un giro da Zara.
Se non vi è bastata la prova di forza di Decentraland, la potenza di tanti marchi, anche italianissimi, forse dovreste andare nella home di Zara e capirete qualcosa di più.
Il link ĆØ questo, e mostra come il brand stia facendo sul serio in termini di connessione ed experience tra fisico e metaverso.
Non voglio togliervi la sorpresa, ma credo che sia necessaria una riflessione sul metaverso in generale, le implicazioni, le tecnologie e anche gli sviluppi.
La scorsa settimana ho visitato la mostra Dart 2121, che, guarda caso, ĆØ presente anche nel metaverso. Ho avuto modo di visitarla avendo il privilegio di avere Piergiulio Lanza come cicerono. Lāarte ĆØ pienamente nel metaverso.
Visitate la mostra nel metaverso a questo link, ma vi consiglio caldamente di andarci di persona. Tornerò sullāargomento in una prossima puntata del Late Tech Show.
Lāultima frontiera dei veicoli autonomi? Gli aerei
Se credevi che le auto a guida autonoma fosse lāautomobile o, come ho proposto in altre puntate di Techy, il camion o il trattore, la sorpresa più grande sarĆ rappresentata dagli aerei.
L'Aerospace Industries Association (AIA) in collaborazione con Avascent ha pubblicato un nuovo rapporto che descrive in dettaglio la crescita rivoluzionaria nel mercato degli aeromobili autonomi, che dovrebbe arrivare a quasi 325 miliardi di dollari nei prossimi due decenni.
Il rapporto, "Continuing to Think Bigger: Autonomous Aircraft and the Transformation in Aviation", esplora il prossimo capitolo dell'aviazione e il suo potenziale per trasformare la vita quotidiana.
CāĆØ chi si sta muovendo in anticipo. No, non sto parlando di Amazon, che aveva annunciato sistemi di droni per la consegna, ma FedEx. Si tratta di un sistema autonomo, ibrido-elettrico, che funziona con decollo e atterraggio verticale.
All'inizio di quest'anno ĆØ stata presentata la startup aeronautica Elroy Air, e il primo prototipo ĆØ stato lanciato per il trasporto di merci, che dovrebbe entrare in produzione nel 2023.
Un freno alle Big Tech in Europa
L'UE ha approvato una serie di normative antitrust denominata Digital Markets Act. Le regole, non ancora approvate, mirano a tenere a freno la Big Tech.
In sostanza, le regole si applicheranno ai cosiddetti gatekeeper, le aziende tecnologiche con una capitalizzazione di mercato di almeno 75 miliardi di euro o un fatturato annuo allāinterno dellāUE di almeno 7,5 miliardi di euro negli ultimi tre anni. Devono inoltre avere almeno 45 milioni di utenti mensili o 10.000 utenti aziendali nellāUE.
LāUnione Europea di fatto chiede di modificare i modelli di business dei giganti tecnologici statunitensi Meta, Apple, Microsoft Amazon e Google.
Le regole dovrebbero entrare in vigore giĆ durante questāanno.
Italia 19esima in Europa per investimenti nella digital transformation
Lo studio di Markets and Markets rivela che gli investimenti relativi alla digital transformation raggiungerĆ quota 1.250 miliardi di dollari nel 2026, con un tasso di crescita annuo del 19%. In 5 anni in pratica crescerĆ di una volta e mezza il mercato attuale.
Ma in questo contesto, cāĆØ una ricerca interessante della European Investment Bank che dice che comunque lāEuropa ĆØ indietro rispetto agli Stati Uniti. Ma come stanno andando gli investimenti nel nostro Paese? Gli investimenti in trasformazione digitale ci vedono al 19esimo posto sulle 28 nazioni (27+UK), al di sotto della media europea.
Da qui dovrebbero nascere delle domande sul nostro tessuto imprenditoriale e sulla capacitĆ di essere competitivi.
Mancano le competenze digitali⦠anche nella Silicon Valley
Chi ha letto lāintervista a Silvia Candiani su Business Community lo sa giĆ : mancano competenze digitali. A parte lo sforzo che sta facendo Microsoft, il suo ecosistema e tutte le altre aziende del settore, ĆØ chiaro che cāĆØ un problema per la trasformazione digitale del Paese.
Ma se credete che questo sia un problema solamente italiano, ecco che dalla Silicon Valley arrivano segnali altrettanto allarmanti.
I reclutatori che lavorano per le aziende tecnologiche affermano che la battaglia per i migliori talenti è durissima e le aziende più piccole faticano a competere a causa dei costi.
Chiaramente le cause, nel loro caso, sono diverse dalle nostre, perchƩ le loro non sono strutturali, ma dettate da un cambiamento di paradigma.
Il Tech Hiring Report di Datapeople, azienda che crea unāApp per l'analisi dei lavori disponibili, indica che gli annunci di lavoro nel settore tecnologico si stanno diffondendo lontano dalla Bay Area e vanno verso altri luoghi, come Miami, Detroit, Chicago, NY e Austin, ma anche Salt Lake City.
Oltre a questi nuovi catalizzatori di investimenti, cāĆØ la diffusa abitudine di poter lavorare in remoto, provocando una serie di problematiche relative alla scarsa fedeltĆ dei lavoratori.
Molte aziende, quindi, puntano a contratti a tempo pur di riuscire ad accaparrarsi i professionisti.
In Italia la situazione ĆØ differente, ma molte aziende iniziano a formare direttamente il personale prendendolo dalle scuole superiori. Un cambio di passo?
Arm: dopo che con Nvidia lāaccordo ĆØ saltato si punta allāIPO
Doveva essere unāacquisizione che avrebbe sparigliato le carte nel mercato dei microprocessori. Invece, l'accordo con Nvidia per l'acquisto della societĆ per 40 miliardi di dollari ĆØ stato bloccato dalle autoritĆ garanti della concorrenza negli Stati Uniti, ma anche nel Regno Unito. Da quel momento lāazienda ha dovuto correre ai ripari.
Pare che Softbank stia cercando di creare un collocamento in borsa, unāIPO. In questo modo, Arm dovrebbe raggiungere una valutazione di 60 miliardi di dollari, pronti per investimenti.
Il piano industriale sembra promettere molto.
Ma allāorizzonte potrebbero esserci altri possibili compratori.
Le cryptovalute sono una realtĆ , altro che Wall Street(?)
Sembra che negli USA chi esce da una facolta di economia con ottimi voti non scelga la carriera presso i grandi nomi della finanza di Wall Street, ma si buttano sulle cryptovalute e le fintech.
La colpa ĆØ anche di tante UniversitĆ e Business School che hanno avviato corsi, seguitissimi, su queste tematiche.
Ci sono dati che mostrano che le cryptovalute e le fintech sono molto diffuse nellāuso quotidiano delle persone, come mostrano molte ricerche.
Negli stati del nord Europa, un cittadino su 3 ha adottato soluzioni derivanti dalle fintech, negli USA un cittadino su 5 ha scambiato o investito in cryptovalute.
In Italia i dati non sono cosƬ confortanti, ma ĆØ una tendenza in atto anche qui, basti vedere lāinteresse verso le startup fintech e quanto hanno raccolto nellāultimo anno a livello di investimenti.
In attesa della puntata del Late Tech Show di domani sera, vi lascio quella di settimana scorsa, qui direttamente da Youtube, ma vi ricordo che ĆØ disponibile in podcast su tutte le principali piattaforme.
Argomenti: lavoro ibrido ed equilibrio, un hub italiano per sfruttare lāIntelligenza Artificiale, lāHyperscale Computing e i big data, lāidentitĆ digitale e le connessioni con la sicurezza dei dati e infine le truffe online.
Vi lascio anche lāappuntamento alle 11:00 tutte le mattine, dal lunedƬ al venerdƬ sui miei profili social, per lo SmartBreak, per parlare dei temi relativi al cambiamento e alla vita dāufficio.
Da questa settimana parte anche il podcast legato allo SmartBreak, āVita da ufficioā, che ĆØ disponibile su tutte le piattaforme Podcast (qui Spotify, ma ĆØ davvero presente ovunque).
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