AI, G7 e imprese, il metaverso della NHL, creare prototipi di servizi è diventato facilissimo
Riflessioni non richieste sull’AI e l’adozione in azienda
Tra pochi giorni a Trento si terrà un G7. Leggendo, si scopre che si parlerà di “promuovere lo sviluppo e l’uso sicuro e affidabile dei sistemi di intelligenza artificiale, con un focus particolare dell’utilizzo della AI sul settore pubblico”.
Quindi cìè un interesse concreto da parte della politica. Ma forse conviene guardare a quanto stanno facendo gli altri. Non serve guardare agli USA o alla Cina, si possono trovare dei casi di eccellenza in giro per il mondo.
Per esempio, il governo di Singapore sta promuovendo un'iniziativa presso le università per coinvolgere i manager quarantenni in un programma di aggiornamento professionale. Questo provvedimento, pur essendo opzionale, si configura come una misura difensiva, riconoscendo che l'intelligenza artificiale (AI) costituisce una minaccia concreta per diversi settori professionali. In un'epoca in cui la AI sembra essere una potenziale rivoluzione nel mondo del lavoro, si riconosce la necessità di prepararsi ad affrontare le sfide imposte dalla tecnologia, specialmente per coloro che non sono più giovani o si trovano nel pieno della loro carriera.
Pensare che l’AI possa semplicemente occuparsi di “automatizzare” delle operazioni è una grande banalizzazione, come pensare che sia un modo semplicemente per liberare tempo alle persone, per non dire “liberarsi” dei lavoratori.
L’AI può ovviamente ottimizzare alcune attività, ma porta ad una standardizzazione, nel senso che tutto sarà drammaticamente simile. Avete notato le mail commerciali che ricevete ultimamente? Bellissime, coinvolgenti, ricche di idee, ma tutte drammaticamente simili nell’esposizione?
Dobbiamo anche uscire dal cliché dell’umano al centro e del “Human in the loop”, perché per molti lavori davvero il lavoro umano è quasi un deterrente allo sviluppo del business. Pensate se un motore di ricerca, che è una sorta di AI a tutti gli effetti, avesse messo l’uomo nei meccanismi, in quanto tempo e con quali risultati sarebbe giunto sul mercato? Se abbiamo capito con l’impegno verso il pianeta che l’umanità è un problema, dobbiamo capire il nuovo ruolo dell’umanità, non esiste una visione semplicemente antropocentrica!
Dobbiamo adattarci al cambiamento, non cercare di modellare il cambiamento intorno a noi e alle nostre esigenze. Se vale per l’ambiente, che è un ecosistema, vale per tutto, anche per le aziende, che sono esse stesse e inoltre operano in un ecosistema.
Una visione che, secondo me, porta a sfruttare la tecnologia per quella che è: uno strumento.
Le aziende devono comprendere che è arrivato un nuovo strumento, che oltre a essere nuove, ha diverse “facce” e offre una serie di rischi e opportunità, ma non se ne potrà fare a meno.
Ma fammi sapere cosa ne pensi, nei commenti ma anche di persona, se ci vediamo in qualche evento in cui sono coinvolto, perché solo confrontandoci possiamo fare davvero cultura del digitale.
Quello (che forse) non sapete su Mistral
Mistral AI è diventa improvvisamente famosa perché è entrate nell’orbita delle soluzioni AI che si possono utilizzare sulla piattaforma Microsoft. Ormqi tutti sanno che si tratta di una startup francese e che è l’alternativa europea ai modelli generativi e ai chatbot di OpenAI, Alphabet e Meta. Si tratta di un progetto Open Source nato sotto l'egida dell'EuroHPC (European High Performance Computing) per mettere a disposizione le risorse computazionali necessarie all'addestramento di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM). Pochi però sanno che Mistral 7B, è stato addestrato sul supercomputer italiano Leonardo, il sesto più potente al mondo.
Perché comunichiamo così poco queste eccellenze mi resta un mistero, mentre dedichiamo fiumi di parole per dire che siamo “digitalmente arretrati”.
"Vogliamo creare un'intelligenza artificiale che sia al servizio dell'Europa e dei suoi cittadini, non di grandi aziende americane"
Antoine Bordes, CEO di Mistral AI
Il peso dei dati
Non sei mai parlare a sufficienza di dati, nel senso che sono da sempre la chiave del business, almeno per interpretare quello che accade. I dati con l’AI sono ancora più importanti, ma vanno valutati, nel senso che non è che dobbiamo avere tutto a disposizione, molto spesso è antieconomico. Non è un caso se stanno nascendo modelli di intelligenze artificiali generative più specializzate e settoriali, che permettono di analizzare elementi molto specifici. Per fare questo, la fase di training è molto complessa perché iperspecialistica. Una volta in funzione, dare in pasto i dati giusti permette di avere soluzioni molto mirate. Non pesate solo a testi, come i casi che sono stati citati in interviste anche al mio Late Tech Show, ma anche a immagini. Un amico mi ha mostrato un’AI generativa che sta costruendo per leggere i referti medici e le immagini di laboratorio, anonimizzandoli ma capace di portare evidenze nel momento che questi dati vengono federati. I primi successi, su una malattia rara, hanno un valore enorme.
Non pensate alla GenAI e ai testi, perché sulle immagini vedremo cose incredibili, a livello di lettura e riconoscimento di fenomeni che nemmeno riusciamo a immaginare. Andremo oltre la fantascienza.
Claude 3 di Anthropic mostra i muscoli
In tanti hanno già parlato della nuova versione dell’AI di Anthropic, Cloud 3, ma pochi hanno raccontato che da noi non è utilizzabile per i noti problemi di gestione dei dati e della privacy. Non è dato sapere se arriverà mai, ma nel frattempo, le premesse sono interessanti. Intanto Opus, il modello più intelligente, supera i suoi concorrenti su diversi benchmark, tra cui conoscenze esperte di livello universitario, ragionamento di livello esperto, matematica di base e altri. Mostra livelli di comprensione e fluidità vicini a quelli umani, posizionandosi all'avanguardia dell'intelligenza “generale”.
La cosa che sorprende è che praticamente tutti i modelli utilizzati da Claude 3 dimostrano maggiori capacità in analisi, previsioni, creazione di contenuti, generazione di codice, ma anche il riconoscimento e gestione delle conversazioni in lingua non inglese come spagnolo, giapponese e francese.
L'azienda è convinta che i progressi continueranno dall’autoapprendimento nelle varie risposte fornite e la velocità, per esempio di Sonnet è due volte più veloce di Claude 2 e Claude 2.1, con livelli di intelligenza più elevati. Eccelle in compiti che richiedono risposte rapide, come il recupero di conoscenze o l'automazione delle vendite. Opus offre velocità simili a Claude 2 e 2.1, ma con livelli di intelligenza molto superiori.
Questo è il grafico proposto da Anthropic, quindi di parte.
Sviluppare non sarà mai più come prima
Questa volta non mi riferisco all’AI, sarebbe troppo facile, ma a Daytona, un tool open-source, che automatizza la configurazione degli ambienti di sviluppo. Addio a interminabili setup: con un singolo comando avrai il tuo ambiente pronto all'uso su qualsiasi infrastruttura.
Daytona eccelle anche nella collaborazione: grazie al proxy inverso e al supporto per workspace multipli, lavorare in team diventa facilissimo. Inoltre, il suo framework estensibile permette di personalizzare l'ambiente di sviluppo in base alle tue esigenze. Daytona è più di un tool, è un modo nuovo di sviluppare. Provalo subito e scopri la differenza!
Anche Meta sul riconoscimento dei gesti
Prima c’è stata Microsoft Kinect, ora i Vision Pro di Apple riconoscono le mani. Anche Meta si sta muovendo in questo senso, con lo sviluppo del nuovo SDK per Meta Quest. Il futuro sembra essere sempre più in realtà aumentata.
Il metaverso degli scacchi
Sebbene rientri in quella categoria di applicazioni che giudico come esercizi stilistici, la mixed reality sta prendendo sempre più piede. Vi lascio un video di un gioco per Meta Quest, ma pensate ad altri tipi di applicazioni “immersive”, senza sfociare necessariamente in Monster Hunter Now!
Una partita di NHL… alternativa
ESPN ha sperimentato la realtà virtuale per la trasmissione di un match di hockey su NHL Big City Greens Classic 2. Un feed alternativo era disponibile su ESPN Plus e canali Disney e ha mostrato la partita Bruins-Penguins animata in tempo reale grazie ai dati di tracciamento dei giocatori.
Non sono certo che il futuro sia quello, ma è evidente che il tracciamento in tempo reale sta facendo passi da gigante.
TikTok sbarca sui Vision Pro
L’accusa principale mossa verso i Vision Pro di Apple è la mancanza di una killer application. Non sarà certo questa, ma TikTok è l'unico social con un'app sulla piattaforma. Vi ricordo che tra i servizi di streaming disponibili: Disney Plus, Amazon Prime Video e Paramount Plus. Netflix e YouTube non sono ancora presenti, ma YouTube ha in programma un'app per il visore…
Vediamoci
Domani (12/3) mi potete trovare al Trusted and Digital Identity dove, tra gli altri, avrò come ospite Paolo De Rosa della Commissione Europea per parlare del EU Digital identity wallet, ma anche con i presidenti degli ordini professionali dell’uso dell’identità digitale.
La puntata del Late Tech Show
Ospiti della puntata: Andrea Zinno di Denodo, Andrea De Micheli di Web3 Alliance, Paolo Cecchi di SentinelOne, Francesco Elmi di QuestIT (qui in versione Youtube con i capitoli), mentre sotto trovate la versione podcast su Spotify.
Vita da Ufficio (dagli #SmartBreak)
Il podcast che prende spunto dagli #SmartBreak quotidiani sui miei profili social e su quelli di alcune associazioni manageriali è ripartito. Lo trovate qui.
I miei libri
Vi lascio un link per i miei libri, caso mai vi venisse voglia di leggere, vi ricordo che Phyrtual è giunto alla seconda edizione.
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