La fragilità del cloud, Europa e innovazione, il business dell'AI, ...
La fragilità dei sistemi informatici
Venerdì scorso, un aggiornamento software difettoso di CrowdStrike ha causato una grave interruzione dei sistemi di Microsoft, paralizzando servizi governativi e aziende di tutto il mondo. L'incidente ha colpito centri di emergenza, banche, compagnie aeree e ospedali, attirando l'attenzione sulla grande quota di mercato di Microsoft e di come una terza parte come CrowdStrike, possa determinare il blocco di una rilevante fetta del business.
Il sistema su cui si fonda l’ICT è fragile, ce ne siamo accorti.
Ma è anche un tema culturale, perché nel momento in cui utilizziamo tutti gli stessi fornitori, queste situazioni possono diventare più gravi nel momento in cui accadono. Ne parlo in questo SmartBreak di oggi, ma avete trovato in miei pensieri in qualche TV all news in questi giorni.
CrowdStrike ha comunicato che l'interruzione era dovuta a un difetto in un aggiornamento contenuto del suo software di difesa informatica "Falcon" per gli host Windows, lasciando immunu sia gli ambienti Mac che Linux. E’ stato un errore, di cui si valuterà e si pagheranno le conseguenze, molt grave, ma non un attacco informatico. Ma in realtà è quello che si può registrare con un attacco informatico ben orchestrato, l’abbiamo visto. Il business delle aziende può permetterselo?
L’arrivo di tante normative, da AI act al Data act, nonché NIS2 potranno mitigare il problema? Forse serve la creazione di una normativa globale per la cybersecurity, anche a costo di implicazioni fiscali per i governi. Possiamo permetterci che vi sia una mancanza di controllo?
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Possiamo dimenticare che un principio fondamentale di sicurezza informatica rimane la ridondanza e la resilienza, che abbiamo imparato con la pandemia? Non vengono implementati sistemi multipli di sicurezza solo per una questione di costi o perché si sottovaluta la questione?
Se nel 2024 non abbiamo compreso che è necessario garantire la continuità aziendale e la protezione delle operazioni critiche, abbiamo un problema serio. Molto serio.
Sia gli attacchi informatici di questi anni che, come nel caso citato, i problemi tecnici evidenziano la fragilità esagerata del "sistema" su cui dipendiamo. Chiedere una seria riflessione sul nostro affidamento ai servizi cloud e come si deve disporre di sistemi di backup è il minimo. Va anche rivalutata la responsabilità dei fornitori di software e delle piattaforme, proprio perché la loro gestione influenza in misura significativa la stabilità del business delle aziende e il funzionamento dell’economia.
Molti CIO italiani si sono trovati con le spalle al muro, senza argomenti da portare al business, senza aver preso le minime precauzioni.
Non deve più accadere.
Nel frattempo l’Europa investe in cybersecurity
La Commissione Europea ha annuncia un investimento superiore a 210 milioni di euro nel programma Europa Digitale per rafforzare la cybersecurity e le competenze digitali in tutta l'Unione Europea. L'obiettivo è proteggere infrastrutture critiche come quelle energetiche, di trasporto e di comunicazione da attacchi informatici, attraverso soluzioni avanzate di cybersecurity.
Inutile dire che qualche centrale elettrica è andata in tilt venerdì scorso, vero
Alcune risorse verranno dedicate al rafforzamento dei Security Operations Center (SOC), centri operativi nazionali e transfrontalieri che monitorano e rispondono agli incidenti di sicurezza informatica, migliorando la loro capacità di monitoraggio continuo e di risposta rapida, nonché la cooperazione tra i diversi SOC a livello europeo. Significativo anche l’investimento in tecnologie come l'intelligenza artificiale e il machine learning per migliorare la capacità di prevenzione, rilevamento e risposta agli attacchi informatici. Particolare attenzione viene rivolta allo sviluppo di competenze digitali avanzate, con programmi di istruzione superiore nei settori chiave, come l'intelligenza artificiale, la sicurezza informatica e l'analisi dei dati. Infine, si punterà allo sviluppo di una rete di digital twin per le comunità locali e all'indipendenza dei media digitali attraverso gli osservatori europei dei media digitali.
Questa serie di investimenti rientra nell' ambizioso programma dell'European Digital Decade, che punta a trasformare l'Europa in quanto a tecnologia digitale entro il 2030.
Il rischio, concreto, è che sia ancora troppo poco, soprattutto in termini di cultura del digitale e dell’innovazione. E a tal proposito…
L’innovazione AI e l’Europa
Meta ha deciso di non rilasciare il prossimo modello di intelligenza artificiale multimodale che arriverà sul mercato, capace di comprendere e generare video, audio, immagini e testo, nell'Unione Europea. La ragione? La mancanza di chiarezza da parte dei regolatori europei, secondo l'azienda. "Rilasceremo un modello multimodale Llama nei prossimi mesi, ma non nell'UE a causa della natura imprevedibile dell'ambiente regolatorio europeo", ha dichiarato Meta.
Ma come, l’Europa è la prima ad aver pensato di regolamentare l’intelligenza artificiale e qui si parla di natura imprevedibile dei regolamenti?
Questa decisione, però, fa seguito a un trend di crescente sfiducia da parte dei giganti tecnologici statunitensi nei confronti della regolamentazione europea. Un esempio simile è Apple, che ha dichiarato di non rilasciare le funzionalità di intelligenza artificiale in Europa per le stesse ragioni.
Ma l’Europa può permetterselo?
E la Commissione europea ha intenzione di intervenire e chiedere spiegazioni, o funge solo da vigile pronto a comminare sanzioni?
Meta afferma che la mancanza di chiarezza sul GDPR, stiamo parlando di un regolamente del 2018(!) impedisce all'azienda di addestrare il modello su dati di utenti europei in modo conforme. Ma la questione qual è: pescare dal web informazioni a strascico?
Meta sostiene di aver informato i regolatori europei in anticipo sui suoi piani di addestramento, ma ha ricevuto solo poche indicazioni. La questione si complica ulteriormente perché Meta afferma di non incontrare la stessa incertezza regolatoria nel Regno Unito, dove la legge sulla protezione dei dati è simile al GDPR.
La domanda, da utente e da osservatore è: perché?
L’impatto economico dell’AI
Un rapporto di McKinsey ha mostrato che c’è un evidente aumento della spesa in servizi AI esternalizzati (+10%) e digitali in generale(+8-12%), nonchè la costruzione di nuove soluzioni di stack AI, servizi relativi a pubblico cloud e hardware per AI. Stiamo parlando di un mercato di oltre $200 miliardi entro il 2029. Le aziende dovranno adattarsi rapidamente per cogliere queste opportunità, altrimenti potrebbero subire una riduzione del 15% nei ricavi e profitti.
L’AI e le previsioni del tempo: avrà futuro?
Uno dei mercati, oltre a quello finanziario, dove l’AI è sempre stata molto utilizzata è quello delle previsioni del tempo. Infatti, si basa su modelli fisico-matematici che interpretano le leggi fisiche che governano l'atmosfera. L'idea di prevedere il tempo come un problema fisico alle condizioni iniziali fu teorizzata da Vilhelm Bjerknes nel 1904 che spiegava che I fenomeni atmosferici si sviluppano da quelli che li precedono seguendo leggi precise.
Tutto bello, ma la complessità del sistema di equazioni differenziali ha reso necessario l'utilizzo dei primi calcolatori elettronici negli anni '50 per risolverle equazioni e iniziare a fare previsioni numeriche.
Grazie al progresso tecnologico e alla ricerca di quattro generazioni di meteorologi e fisici, la precisione delle previsioni è migliorata costantemente, aumentando la finestra di previsione. Oggi abbiamo i modelli meteorologici data-driven basati sull'AI, come quelli sviluppati da Nvidia, Google DeepMind e Huawei, che si basano su enormi quantità di dati osservati in passato per prevedere l'evoluzione atmosferica. Analizzando situazioni meteorologiche passate, l'AI impara le probabilità di sviluppi atmosferici specifici, stimola la memoria del modello fisico-matematico. L'AI offre un potenziale enorme per migliorare le previsioni, in particolare per eventi estremi, grazia anche alla possibilità di eseguire un numero maggiore di simulazioni. La collaborazione tra AI e modelli fisici potrebbe diventare la nuova frontiera della meteorologia, ma è ancora presto per dire se l’AI sostituirà completamente i modelli tradizionali.
GPT-4o mini: OpenAI punta a prendersi il mercato con un modello potente, veloce e piccolo
OpenAI ha presentato GPT-4o mini, un nuovo modello di intelligenza artificiale più economico e veloce rispetto ai modelli precedenti. Disponibile tramite l'app web e mobile di ChatGPT, ma anche via API per un uso aziendale, GPT-4o mini risponde al bisogno di rendere l'AI più accessibile. Questo modello offre prestazioni superiori nel ragionamento testuale e visivo, superando modelli come Gemini 1.5 Flash e Claude 3, e garantisce una velocità di output di 202 token al secondo, il doppio rispetto a GPT-4.
Il suo ampio contesto, di 128.000 token, lo rende ideale per compiti complessi. Supporta l'API text e vision, con piani futuri per l'inclusione di video e audio. Olivier Godement, Capo API Product di OpenAI, ha dichiarato: "Per consentire a ogni angolo del mondo di essere potenziato dall'AI, dobbiamo rendere i modelli molto più accessibili". GPT-4o mini, con un costo per i modelli significativamente ridotto, segna un passo importante verso l'integrazione dell'AI nelle applicazioni quotidiane.
EduNext, il progetto educativo del nostro Paese
Il Ministero dell'Università e della Ricerca ha assegnato al progetto EduNext - Next Education Italia un finanziamento di 22,4 milioni di euro. Capofila dell'iniziativa è l'Università di Modena e Reggio Emilia (Unimore), all'interno della quale è attivo il pionieristico corso di laurea Digital Education. EduNext sarà il più grande progetto europeo per la formazione universitaria digitale, coinvolgendo oltre 700.000 studenti e 25.000 docenti e ricercatori provenienti da 35 Atenei e 5 AFAM, si pone come obiettivo quello di sviluppare percorsi formativi aperti e accessibili a tutti i cittadini, basandosi su ricerca, innovazione e le migliori competenze disponibili.
Va ricordato che nasce come naturale evoluzione del progetto EduOpen, ampliando il suo impatto nel panorama educativo italiano.
Gli USA e i giochi olimpici con l’AI
Google è lo sponsor ufficiale dell'Intelligenza Artificiale per la Team USA ai prossimi giochi Olimpici del 2024 a Parigi. A partire dalle mappe 3D Google che mostrano i luoghi degli eventi, ci saranno le informazioni sulle attività che ci si svolgeranno in ciascun luogo. Per far conoscere tra gli spettatori i propri strumenti AI, Google utilizzerà anche il suo motore di ricerca e Gemini, integrando AI Overviews (riassunti basati su informazioni ricavate da Google Search) nei segmenti di commento per rispondere alle domande sugli sport olimpici e sulle loro storie. Tra gli altri momenti, la comedian Leslie Jones utilizzerà Gemini per imparare uno sport nuovo e cinque atleti olimpici e paraolimpici presenteranno video e spot televisivi sfruttando Gemini, Google Lens, Circle to Search e Google Maps Immersive View per scoprire Parigi.
La puntata del #LateTechShow
Nel #podcast di questa puntata si parla di Servizi per l’eCommerce, comunicazione artificiale e cloud per aziende con l’AI, con Antonio D'Ortenzio di AWS, Paolo Picazio di Shopify e Luciano Martinoli di Axiante
In alternativa su Youtube con i capitoli e su tutte le principali piattaforme social
Vita da Ufficio (dagli #SmartBreak)
Il podcast che prende spunto dagli #SmartBreak quotidiani sui miei profili social e su quelli di alcune associazioni manageriali. Lo trovate qui.
I miei libri
Vi lascio un link per i miei libri, caso mai vi venisse voglia di leggere, vi ricordo che Phyrtual è giunto alla seconda edizione, con nuove interviste.
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