La rivoluzione ChatGPT, Metaverso e UE, perché uso poco Facebook
Le notizie che (forse) sono andate perse
La rivoluzione di ChatGPT
Per fortuna ChatGPT è stata resa pubblica da OpenAI solo in inglese, perché in questi giorni impazzano i test.
Ma di cosa si tratta? E’ un modello di Intelligenza Artificiale per cui interagisce nelle conversazioni in un dialogo, andando a fornire una risposta il più possibile esaustiva. Inoltre, è in grado di ammettere i propri errori, contestare premesse errate e rifiutare richieste inappropriate.
Le risposte dettagliate, però, finiscono con l’esulare i compiti, per cui è possibile chiedere cose impossibili, come creare una finta lettera di George Washington a Donald Trump, piuttosto che come ha recentemente chiesto Vincenzo Cosenza, una conversazione tra Dio ed Elon Musk.
Siamo alla fase beta del servizio, certamente è molto promettente, ma c’è parecchia strada da fare per battere il test di Turing.
La Governance del metaverso
Il Metaverso non è ancora partito, se ne parla parecchio, ma esiste solo se le varie piattaforme possono diventare interoperabili, altrimenti abbiamo tanti elementi ma non connessi tra loro. Per questo motivo, serve che si formi una governance del Metaverso, che possa agevolare la creazione di un qualcosa che sia interoperabile, sicuro e inclusivo.
Stanno nascendo diverse organizzazioni al fine di armonizzare la regolamentazione e guidare l’innovazione al fine di sviluppare l'interoperabilità preservando la privacy e la sicurezza degli utenti. Tanti tavoli di lavoro, ma poca coesione sui punti focali: blockchain, scambio di avatar, anche se in questo caso Ready Player Me sta diventando uno standard, e gestione degli NFT e cryptovalute.
Non possiamo dimenticare gli investimenti dedicati alla creazione di un vero valore economico e sociale del metaverso. Comprendere la catena del valore non è semplice, ma di certo non è misurabile il successo di un’iniziativa in base ai visitatori, perché non avrebbe senso pensare al fatto che le discoteche sono chiuse perché di fatto lavorano solo 8 ore alla settimana, fatta di 168 ore!
L’esempio del Metaverso dell’Unione Europea è emblematico, ma è una maratona e non 100 metri. Se avete voglia, questo è il link per collegarsi, ma pensate che è stato progettato per incontrare il pubblico più giovane, ma segue davvero questo sogno… o almeno ci prova.
Vi lascio comunque il webinar dell’UE sul tema.
Perché uso poco Facebook (ma non sono l’unico)
Mi viene posta spesso una domanda: “perché uso poco Facebook” e provo a rispondere in poche righe.
In questa fase storica, Facebook, come Instagram, offre una serie di contenuti che non sono molto allineati a quello che faccio, visto che mi occupo sempre di più di Business 2 Business, mentre si adatta al Business 2 Consumer.
Da questo argomento macro, passo a uno più analitico: la piattaforma mostra contenuti “mainstream” e i miei si addicono poco, per cui la visione sui feed delle persone è veramente molto basso, ampiamente sotto l’1%!
Inoltre, propongo sempre contenuti piuttosto lunghi, che faticano su quei social a “incontrare” il pubblico. Gli SmartBreak che faccio quotidianamente #live alle 11:00, sono disponibili su Facebook e hanno un loro pubblico affezionato, quindi non ho mollato Facebbok!
In pratica, i contenuti non per la piattaforma e una visione molto bassa mi fanno preferire altre piattaforme, dove sono più attivo, direttamente o indirettamente, mentre per un altro tipo di proposizione “sfrutto” la piattaforma.
Non chiudo Facebook o Instagram, ma sono meno funzionali perché l’algoritmo predilige l’intrattenimento e i contenuti che propongo non rientrano in questa categoria. La puntata con l’intervista a Frank Matano, per esempio, ha ottenuto molte più visualizzazioni sulle piattaforme di Meta rispetto alle altre, a testimonianza di quanto sostengo.
Leggo i cambiamenti di Whatsapp verso la gestione di community come un ritorno al passato, ossia la possibilità di coltivare rapporti e non proporre solo contenuti da “sgranocchiare”.
I social cambiano pelle piuttosto spesso.
Le 100 puntate del #LateTechShow
Non ho ancora finito di ringraziare personalmente tutti coloro che mi hanno scritto per le 100 puntate del Late Tech Show, ma prendo queste poche righe per ringraziare pubblicamente gli ospiti di questa puntata, Michele Balbi, Partner EY, Silvia Candiani AD di Microsoft Italia, Fabio Fregi Country Manager di Google Cloud, Alessandro Ippolito AD di Oracle Italia, Filippo Ligresti VP e General Manager di Dell Technologies, Stefano Maio Country Leader di Tableau Italia, Carla Masperi AD di SAP Italia, Gabriele Rentocchini EMEA Sales Chief of Staff di AMD e Giampiero Savorelli Managing Director di HP Italia.
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E poi la puntata settimanale di Vita da Ufficio, il meglio degli SmartBreak quotidiani.
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